Ridurre il numero di ammissioni: le misure in breve (parte 2)

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La terza e la quarta misura riguardano soltanto una parte dei civilisti o richiedenti perché mirano a ridurre le partenze dell’esercito da parte dei quadri e degli specialisti. Gli investimenti sostenuti per la loro formazione devono poter ritornare all’istituto che se ne è occupato, e cioè all’esercito. Al momento le giornate di servizio militare residue di sottufficiali superiori e ufficiali vengono convertite in giornate di servizio civile secondo un fattore 1,1, mentre per tutti gli altri si applica un fattore 1,5. Il fattore più basso per sottufficiali superiori e ufficiali era stato stabilito perché questi avevano già svolto e dovevano ancora svolgere periodi di servizio più lunghi. Il sistema poteva però incentivarli a passare al servizio civile, da ora il fattore 1,5 varrà perciò anche per i sottufficiali e gli ufficiali ammessi al servizio civile.

La quarta misura proibirà ai medici di prestare servizio civile in quanto tali, opzione che viene oggi scelta da circa 40 persone all’anno. Secondo le norme in vigore (art. 4a lett. d LSC) i civilisti non possono svolgere impieghi «che servono in primo luogo scopi privati, in particolare per la formazione o la formazione continua». Anche applicando questa norma i medici possono svolgere impieghi collegati al loro ambito professionale a tutto vantaggio del proprio bagaglio formativo e conoscitivo. L’unico modo per ovviare a questa situazione è obbligarli a prestare servizio con altri mansionari. Il Consiglio federale propone di applicare questa misura anche a coloro che hanno presentato la propria domanda di ammissione al servizio civile prima dell’entrata in vigore delle modifiche e non hanno ancora ricevuto una convocazione.

Ultima modifica 10.07.2018

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