Otto misure per ridurre le ammissioni

ZDG-ZDV-REV_2020_IT

Un’indagine del 2015 ha evidenziato che oltre la metà degli intervistati pensava che le persone soggette all’obbligo militare potessero scegliere se prestare servizio militare o servizio civile. In realtà questa libertà di scelta non è data. Da quando, nel 2009, è stata introdotta la prova dell’atto, un richiedente non deve più motivare il suo conflitto di coscienza nella domanda di ammissione né presentarsi a un’audizione davanti a una commissione di ammissione. La disponibilità a prestare un servizio civile di durata molto più lunga di quella del servizio militare vale dal 2009 come «prova» che esiste un conflitto di coscienza per quanto riguarda il servizio militare. Il richiedente deve comunque dichiarare che è disposto a prestare servizio civile non potendo conciliare il servizio militare con la propria coscienza. In questo modo viene sottolineato il carattere sostitutivo del servizio civile rispetto al servizio militare e ribadito che la decisione di presentare una domanda di ammissione non equivale alla «libera scelta» tra servizio militare e servizio civile.

Con l’introduzione di otto misure il Consiglio federale intende riaffermare questo principio.

Una serie di contributi illustra gli obiettivi delle singole misure e le loro implicazioni per i civilisti e gli istituti d’impiego.

Ultima modifica 26.03.2019

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