Serie blog: Gli obiettivi del servizio civile in un’ottica giuridica

Il servizio civile contribuisce a …

Parte 4: … conservare il patrimonio culturale

Nel 2016 sono stati prestati 1,7 milioni di giorni di servizio civile, di cui il 4% nell’ambito della conservazione dei beni culturali. In proporzione, quindi, si tratta di un numero limitato, anche se l’obiettivo legato a questo ambito è stato sancito per legge già nel 1996, agli albori del servizio civile. Secondo la volontà del legislatore i civilisti non devono svolgere impieghi «soltanto» nel settore ambientale o sociosanitario, ma anche in quello della protezione del paesaggio e della tutela dei monumenti storici. Sono state proposte, ad esempio, attività di conservazione dei beni culturali all’interno di musei e archivi oppure di classificazione di film e archiviazione di opere d’arte. Non sono invece previsti impieghi di servizio civile nel settore della comunicazione culturale, ovvero attività all’interno di laboratori artistici e fotografici o nei teatri. Sono esclusi inoltre gli impieghi legati alla protezione dei beni culturali in caso di conflitti armati, catastrofi e situazioni d’emergenza e quelli finalizzati alla redazione dei lavori di ricerca dei civilisti.

Ma cosa significa tutto questo concretamente? Prendiamo come esempio un mansionario della città di Berna: cercasi collaboratore addetto alla tutela dei monumenti storici. Compiti previsti: svolgimento di mansioni redazionali all’interno della banca dati dei monumenti storici ovvero registrare le informazioni raccolte con gli strumenti di ricerca (p. es. cataloghi d’archivio) nella banca dati e garantire l’aggiornamento dei dati. Oltre a questo i civilisti aggiornano e gestiscono la documentazione relativa alla costruzione, si occupano degli archivi e aiutano gli specialisti con ricerche sulla storia dei monumenti. Potrebbero sembrare attività noiose e poco accattivanti. Ma non tutti i civilisti che lavorano nel settore dei beni culturali si ritrovano a scartabellare documenti, come dimostra l’esperienza di Manuel Lienhard al museo di Ballenberg.

Il sostegno alla conservazione dei beni culturali è davvero un servizio nell’interesse della collettività? La  risposta è chiara: è un servizio voluto dal legislatore. I beni culturali sono beni di interesse pubblico e mancano le risorse necessarie per la loro conservazione. I civilisti operano presso istituzioni pubbliche o di utilità pubblica. Si tratta di un ambito limitato in cui gli impieghi sono meno «spettacolari» rispetto, per esempio, a quelli nel settore alpestre o della natura. Si tratta però di attività previste dalla legge, conformi alla legge e soprattutto utili, in quanto contribuiscono alla valorizzazione e alla manutenzione dei nostri beni culturali.

Ultima modifica 02.03.2018

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