Di norma i civilisti sono motivati per l’impiego assegnato: se dimostrano però scarso interesse, non seguono le indicazioni, vanno oltre le proprie competenze o se si presentano altri problemi spesso la soluzione migliore è parlarne chiaramente. Se necessario l’istituto di impiego può in seguito inviare un ammonimento scritto al civilista, con copia al centro regionale competente per quest’ultimo. Si raccomanda di prendere sempre accordi verificabili. Se non si riesce a raggiungere un’intesa l’istituto di impiego deve informare il centro regionale competente per il civilista, che cercherà di trovare una soluzione adatta a entrambe le parti. Il CIVI può inoltre avviare una procedura disciplinare nei confronti del civilista.
Se tutti i tentativi dovessero rivelarsi vani è eccezionalmente possibile interrompere l’impiego. L’interruzione dell’impiego può essere decisa però solo dal centro regionale, anche nel caso in cui l’istituto e il civilista siano già d’accordo. L’impiego può essere interrotto per i seguenti motivi:
- il civilista sarà presumibilmente incapace al lavoro per un periodo particolarmente lungo.
- l’atteggiamento del civilista è diventato insostenibile per l’istituto di impiego.
- l’istituto di impiego non adempie ai propri doveri.
- i rapporti tra il civilista e l’istituto sono talmente incrinati che una prosecuzione del periodo di impiego è inaccettabile per entrambe le parti.
Ultima modifica 14.12.2018