Serie Blog: Gli obiettivi del servizio civile in un’ottica giuridica

Der Il servizio civile contribuisce a…

Parte 2: … costituire strutture volte al consolidamento della pace e arginare i potenziali di violenza  

Promuovere la pace è tra gli obiettivi più difficili che ci si possa porre. Quando, nel 2001, il Consiglio federale decise di integrarlo nella legge sul servizio civile motivò questa sua decisione affermando che: «(…) La pace e il suo promovimento costituiscono un tema intimamente legato al servizio civile, particolarmente sentito da chi ha chiesto di esservi ammesso. Chi fa valere motivi di coscienza contro il servizio militare adotta infatti, di solito, un atteggiamento di rinuncia al ricorso alla violenza» (messaggio concernente la modifica della legge federale sul servizio civile). Condividendo il punto di vista dell’Esecutivo, il Parlamento ha approvato questo obiettivo nel 2003.

Chi parla di promozione della pace pensa soprattutto agli impieghi all’estero che, tuttavia, per quanto riguarda il servizio civile, sono relativamente rari. Sui 19 939 impieghi nel 2016 quelli all’estero sono stati soltanto 104 e costituivano casi particolari. Tali impieghi devono essere conformi agli scopi della Svizzera in materia di cooperazione allo sviluppo, di aiuto umanitario o di promozione civile della pace e soddisfare elevati requisiti di sicurezza. Per «promozione civile della pace» si intendono le misure atte a prevenire manifestazioni di violenza o ad arginare gli episodi già in corso, obiettivi perseguibili nell’ambito di progetti di cooperazione allo sviluppo, ma non solo. La promozione civile della pace può infatti consistere anche nello sviluppo di strutture democratiche.

Impieghi in Svizzera e all’estero
A titolo d’esempio si può citare l’istituto d’impiego «Insieme per la pace» situato a Valcolla (TI) che, dal 1994, porta avanti progetti di promozione della pace in Ruanda. Tra questi figurano la realizzazione di un sistema di approvvigionamento idrico e la gestione di un luogo d’incontro per diversi gruppi della popolazione. I civilisti forniscono sostegno in loco collaborando ad attività di coaching e formazione della popolazione locale e sono responsabili della documentazione relativa ai progetti e dei rapporti sul loro stato d’avanzamento. Gli impieghi in progetti di promozione della pace non devono tuttavia avvenire necessariamente all’estero, i civilisti possono cioè prestare servizio sia in istituti d’impiego, come Interteam o Fastenopfer, sia negli uffici della centrale in Svizzera.

Allo stesso modo, non tutti gli impieghi per ridurre i focolai di violenza sono svolti all’estero. Già nel 2001, per spiegare l’intenzione dietro questo obiettivo il Consiglio federale scriveva: «Esso può essere inteso come un ulteriore esempio di realizzazione pratica dell’obiettivo di rafforzamento della coesione sociale». I civilisti possono quindi arginare i potenziali di violenza intervenendo in vari settori, per esempio nel sociale (attività svolte con i giovani o nelle prigioni).  

Ultima modifica 31.01.2018

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