Quali cambiamenti per gli istituti d’impiego?

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Se le otto misure dovessero entrare in vigore e portare, come previsto, a una sostanziale riduzione delle ammissioni, i giorni di servizio prestati all’anno potrebbero scendere dagli attuali 1,7 milioni circa a 1,3 milioni nel 2030. Si tratta di un calo a lungo termine ed è difficile affermare se e in che misura questo calo verrà avvertito da ogni singolo istituto d’impiego, dato che la candidatura per un determinato impiego dipende da diversi fattori.

Il CIVI osserverà gli sviluppi e adotterà i provvedimenti del caso in base all’andamento di domanda e offerta. Le basi legali sono già presenti, in particolare per quanto riguarda i programmi prioritari (cfr. le regole per il riconoscimento quale istituto d’impiego, art. 41–43 LSC).

Per gli istituti d’impiego che prevedono impieghi all’estero oppure un titolo di studio in medicina umana, dentaria o veterinaria, due misure avranno un particolare impatto: se le misure previste entreranno in vigore, questo tipo di impieghi non sarà più consentito. Tuttavia, sul totale degli impieghi svolti, si tratta di un numero ridotto: nel 2018 sono stati attivi 19 989 civilisti, di cui solo 90 all’estero e circa 40 con mansionari che richiedevano un titolo di studio in medicina umana, dentaria o veterinaria.

Ultima modifica 15.04.2019

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